La nanna da soli o la nanna in compagnia?
Per quanto riguarda il momento in cui il neonato lascia la camera dei genitori, non c'è una ricetta universale: varia infatti secondo i paesi e il tipo di famiglia.
 
  
Per quanto riguarda il momento in cui il neonato lascia la camera dei genitori, non c'è una ricetta universale: varia infatti secondo i paesi e il tipo di famiglia.
Dormire nella stanza dei genitori non vuol dire dormire nel loro letto. Il neonato può avere uno spazio che non è necessariamente il letto dei genitori. Ciò gli dà la sicurezza che gli permetterà piano piano di non avere più bisogno di tale condivisione. Non deve durare troppo per non creare dipendenza che ostacola, a lungo andare, la capacità del bambino di star bene per conto proprio e di riaddormentarsi da solo dopo i microrisvegli notturni.
Anche la qualità del sonno dei genitori è molto importante poiché se il piccolo dorme nel letto dei genitori, loro dormono male per paura di disturbarlo. Si deve trovare l'equilibrio tra il contatto fisico e la distanza. È tutta una questione di equilibrio, ma più tardi il neonato si abituerà a dormire nella sua stanza, più sarà complicato!
Quando i bambini crescono e il loro sonno diventa più fragile è importante che vengano seguite alcune semplici regole che lo aiuteranno a dormire meglio, in particolare:
• Seguire il ritmo naturale del bambino nel primissimo periodo e indurlo progressivamente a fare dei sonnellini regolari, uno la mattina, uno il pomeriggio. Seguendo i suoi ritmi, rinuncerà a quello del mattino, in un'età che varia da bambino a bambino.
• Osservare e conoscere i bisogni specifici del bambino e tenerne conto. Ci sono bambini che dormono poco e altri che dormono tanto, ma la maggior parte ha bisogno di andare a letto presto per dormire tranquillamente.
• Per quanto possibile, non svegliare mai un bambino che dorme, soprattutto nelle prime tre settimane di vita, con eccezioni, ovviamente, per i piccoli con gravi problemi di salute che necessitano cure mediche.
• Instaurare una piccola routine rassicurante e piacevole prima di andare a dormire, ma senza rigidità, in modo che nessun elemento di tale routine diventi indispensabile, poiché può creare dipendenza e a lungo andare infastidire il bambino invece di rassicurarlo. È importante creare un clima disteso intorno al sonno, senza farne un obbligo. Le piccole frasi «Buon riposo, a più tardi» e «Buona notte, a domani mattina» fanno capire al piccolo se si tratta del riposo pomeridiano o del sonno notturno. Se è agitato, ricordiamogli che gli vogliamo tantissimo bene, anche quando sta dormendo. Diciamolo spesso. Possiamo offrirgli un oggetto che ha un odore familiare, e questo contribuisce a rassicurarlo, o un pupazzetto (comunemente chiamato «oggetto transizionale» dai professionisti della prima infanzia).
• Evitiamo tutto ciò che fa rimanere svegli (troppe ninnenanne, le giostrine pendenti troppo stimolanti, con luci elettriche o suoni forti, dotate di motorini). Evitando la sistematicità, scongiuriamo la dipendenza. Infine, cerchiamo di sottolineare una certa differenza di comportamento fra i pasti e i cambi che avvengono di giorno e quelli di notte, per aiutare il piccolo a fare una distinzione fra i due momenti. Perciò durante la notte dobbiamo essere estremamente calmi, parlare a bassa voce ed evitare di accendere la luce.
• Far prendere al bimbo confidenza con il suo lettino, evitando l'abitudine ad addormentarsi solo in braccio o in nostra presenza, oppure bevendo qualcosa.
Cerchiamo di non correre da lui al minimo rumore se si sveglia.
Hai
dei dubbi?
Non esitare a contattarci per saperne di più!






